Parco Enrico Forlanini

Municipio 4
Ingresso: viale Forlanini, viale Corelli 
Orario: accesso libero
Come arrivare: bus 38 | 73

Superficie: 543.000 mq
Anno di realizzazione: anni ‘70
Progettisti: Mercandino e Beretta

Cosa fare al parco

  • 2 aree gioco
  • passeggiare
  • sosta e relax
  • correre lungo i percorsi
  • andare in bicicletta, dentro il parco o lungo i parchi della zona est della città (ex Martesana, parco Lambro, parco Forlanini, Idroscalo oppure Vettabia, abbazia di Chiaravalle e parco di Monluè)
  • percorsi vita
  • campo di bocce coperto con 2 piste
  • campo da calcio
  • fare sport al centro sportivo Saini: nuoto, atletica, tennis, calcio, rugby

Il parco in breve

Il parco, uno dei più grandi della città, si trova ad est, lungo il fiume Lambro. Fu inaugurato negli anni ‘70 ed intitolato a Enrico Forlanini, pioniere nel settore aeronautico, inventore dell’aliscafo e del dirigibile. 

Il parco permette attività all’aria aperta per tutti i cittadini: dispone di aree gioco per bambini, campi di bocce; è adatto agli allenamenti per i lunghi percorsi per i runner, consente di andare in bicicletta nei viali e, attraverso una rete di ciclabili, è collegato ai parchi vicini.  

Accanto al parco si trova il centro sportivo Saini, con la pista di atletica, la piscina olimpionica e per i tuffi, i campi da tennis.

La superficie su cui sorge il parco era inserita nel catasto Teresiano del 1770 e gli architetti Mercandino e Beretta nel progettarlo negli anni Settanta rispettarono e valorizzarono la vocazione agricola dell’area, in contrapposizione alla città industriale che andava crescendo tutt’intorno.

Ha un disegno armonico che vede l’alternarsi di zone agricole, boschi mono specie, sia sempreverdi che caducifoglia, e di ampi prati.

L’acqua è presente sotto forma di canali e rogge, alcune delle quali attive nell’irrigare i campi e nell’alimentare il laghetto Salesina, habitat di pesci ed uccelli e ex cava che mescola acque di falda a quelle piovane. Sul lato ovest del parco scorre il fiume Lambro, non visibile a causa dell’argine alto. Ad est il confine è rappresentato dal parco dell’Idroscalo, superficie pensata per gli idrovolanti ma da subito trasformata in luogo ricreativo e di sport acquatici.

Nella zona ovest del parco Forlanini si concentrano diverse attività agricole, grazie alle quali è entrato a far parte del parco Agricolo Sud. Del suo passato e presente agricolo, rimangono 11 cascine, in parte di proprietà del comune di Milano in parte di privati.  Da menzionare sono la Cascina Codovero, la Cascina Cavriano, con portico tripartito e la colomba con un ramoscello d’ulivo nel becco, simbolo dell’Ospedale Maggiore, a cui appartenne per secoli e fino alla metà degli anni ‘70. Suggestiva anche la Cascina Sant’ambrogio, con ciò che rimane dell’abside  di una chiesa del XIV secolo, un tempo di proprietà delle monache di Santa Radegonda.

Nel parco é presente un nucleo della Polizia Locale con unità cinofile.

L’area attuale si estende a est fino al Comune di Segrate e a ovest fino al fiume Lambro. Il parco attuale fu progettato dagli architetti Mercandino e Beretta come un monumento alla campagna lombarda e come un “vuoto urbano" simile a “un immenso spazio teatrale" dove la scena della vita rurale viene contrapposta a quella indu­striale dell’intorno.

Il parco venne inaugurato nel 1970 dopo tre anni di lavori che valorizzarono la struttura secolare del contado agricolo lombardo, così come era stato organizzato secondo il Catasto Teresiano (1760). Venne intitolato a Enrico Forlanini (1848-1930), sperimentatore nel campo dei dirigibili.

Lo spazio presenta un disegno semplice: composto da grandi aree agricole, viali alberati e asfaltati, distese di prati collocate in prevalenza lungo il viale Forlanini e la Tangenziale Est e caratterizzate dalla presenza di gruppi di alberi di un’unica specie, sia sempreverdi sia caducifoglia; a nord-est si trova il Laghetto Salesina che per l’abbondante vegetazione che lo circonda rappresenta un buon habitat per uccelli e pesci.

La creazione del parco garantì la sopravvivenza di alcune strutture di interesse storico e paesaggistico come il Mulino Codovero e alcune antiche cascine.

Nel 2002 è stato inaugurato il “bosco dei faggi" che ricorda le 118 vittime del disastro aereo di Linate avvenuto nell’ottobre 2001.

Nel parco ci sono ancora undici cascine in parte di proprietà del Comune e in parte del Mulino Codovero.

Tra gli edifici di maggiore interesse si segnalano:

  • la Cascina Cavriano, con portico tripartito e un affresco con colomba e ramoscello d’ulivo simbolo dell’Ospedale Maggiore
  • la Cascina Sant’Ambrogio, dove è ancora visibile la struttura absidale di una piccola chiesa del XIV secolo
  • il Bosco dei faggi, realizzato nel 2002, e la scultura “Dolore infinito" dell’artista svedese Christer Bordino in ricordo delle 118 vittime dell’incidente aereo accaduto all’aeroporto di Linate nell’ottobre 2001.

Principali specie arboree

  • aceri (Acer campestre, A. negundo, A. platanoi­des, A. saccharinum)
  • bagolaro (Celtis australis)
  • cedro dell’Atlante (Cedrus atlantica)
  • olmi (Ulmus carpinifolia e U. laevis)
  • platano comune (Platanus x acerifolia)
  • pini (Pinus strobus e P. wallichiana)
  • pioppo bianco e nero (Populus alba e P. nigra)
  • pioppo cipressino (Populus nigra ‘Italica’)
  • querce (Quercus coccinea, Q. palustris e Q. rubra)
  • sofora (Sophora japonica), tiglio (Tilia spp.)

Da ricordare, un gruppo di cedri, dalla colorazione in toni freddi, un bosco colonnare di bagolari e il recente bosco dei faggi, in memoria delle vittime dell'incidente di Linate del 2001.

Fauna

Sulle sponde del laghetto è presente un’abbondante vegetazione di tifa (Typha latifolia), che costituisce un ottimo habitat per pesci e uccelli acquatici.

Acqua e dintorni

Il fiume Lambro (che costeggia il lato ovest ma non è visibile a causa delle alberature e del suo argine molto alto) rappresenta il collegamento con i parchi della cintura orientale di Milano ed è parte integrante della storia del mondo agricolo al quale il parco è strettamente connesso nella sua identità. Di alcune rogge ormai inattive resta solo il segno nel terreno, men­tre altre sono attive e costituiscono, assieme ai canali artificiali, il sistema irriguo dei campi agricoli che sono parte integrante del parco.
Nel lato nord est si trova il laghetto Salesina, alimentato sia da acque di falda sia da acque meteoriche.

Aggiornato il: 09/05/2023