Giustizia riparativa
La giustizia riparativa è un modello di giustizia che coinvolge la vittima, il reo e la comunità nella ricerca di soluzioni al conflitto allo scopo di promuovere la riparazione del danno, la riconciliazione tra le parti e il rafforzamento del senso di sicurezza.
La giustizia riparativa è orientata al riconoscimento dei bisogni delle vittime e della collettività specifica in cui viene vissuta l'esperienza di vittimizzazione, offre per la prima volta alla vittima un ruolo di preminenza e di riconoscimento.
I fondamenti del modello riparativo sono:
- il riconoscimento della vittima: la parte lesa deve potersi sentire riparata nella sua dignità
- la riparazione del danno nella sua dimensione "globale": deve essere valutata oltre alla componente economica del danno anche la dimensione emozionale dell'offesa, che può essere causa di insicurezza collettiva e può indurre i cittadini a modificare le abitudini comportamentali
- l'autoresponsabilizzazione del reo: ogni tentativo di promuovere concrete attività riparative si fonda in primo luogo sul consenso dell'autore del reato e, secondariamente, si snoda lungo un percorso mirato che dovrebbe condurre il medesimo a rielaborare il conflitto e i motivi che lo hanno causato, a riconoscere la propria responsabilità e ad avvertire la necessità della riparazione
- il coinvolgimento della comunità nel processo di riparazione: nel doppio ruolo di destinataria delle politiche di riparazione (sia dell'azione positiva che del rafforzamento del senso di sicurezza collettivo) e di attore sociale nel percorso "di pace" che si fonda sull'azione riparativa da parte del reo
- il rafforzamento degli standards morali: dalla gestione comunicativa e comunitaria del conflitto e dallo svolgimento di concrete attività riparative dovrebbero emergere, infatti, concrete indicazioni di comportamento per i consociati
- il contenimento dell'allarme sociale: ciò diventa possibile a condizione che si restituisca alla comunità la gestione di determinati accadimenti che hanno un impatto significativo sulla percezione della sicurezza da parte dei consociati
- Dal punto di vista dei contenuti, la giustizia riparativa si caratterizza per una elevata flessibilità delle risposte, dosate sul tipo e sulla intensità del conflitto e orientate a gesti positivi di riparazione e di riconciliazione.
La giustizia riparativa non è un programma specifico, ma un modo di praticare la giustizia attraverso:
- mediazione reo/vittima
- conference group
- family group.
Nasce dall'idea di applicare la giustizia riparativa ai reati di imbrattamento, deturpamento e danneggiamento (art.639 c.p. e art. 635 c.p.).
I writers che arrivano in giudizio hanno la possibilità di riparare al danno causato al Comune di Milano attraverso dei percorsi di Attività Socialmente Utili, quantificati in termini di ore lavoro, a favore dei Servizi Comunali. Le attività socialmente utili, in generale, rientrano nell'ambito della giustizia riparativa e promuovono la riparazione diretta a favore della vittima o quella indiretta a favore della Comunità che ha subito il danno.
Le Attività Socialmente Utili sono prestazioni lavorative che non comportano retribuzione alcuna e sono comunque espressione di una volontà di riparazione da parte di chi ha commesso il reato, in questo senso, non sono obbligatorie ma vengono volontariamente accettate in luogo di un risarcimento monetario.
Per questo tipo di reati, che rientrano nelle così dette inciviltà e che provocano una percezione di insicurezza diffusa, è la collettività nel suo insieme che è ferita e offesa dal reato commesso e che diventa fautrice e destinataria al tempo stesso della riparazione.
L’Ente Locale in questo caso rappresenta la collettività e l’impegno riparativo del writer assume il significato di riconoscimento del danno causato, di responsabilizzazione e di presa di consapevolezza. L’Ente Locale è così il primo beneficiario delle attività riparative dalle quali può trarre dei vantaggi ben visibili sia in termini di risarcimento diretto che in termini di riparazione.
Writers al SEA
Il progetto prevede una serie di fasi.
- tutto parte con una segnalazione con indicazioni di merito da parte dell’Avvocatura Comunale, che rappresenta l’Ente Locale
- successivamente ad un colloquio iniziale, raccolte le competenze del writer e individuato, in base alle esigenze dell’Ente, il Settore/Servizio più idoneo presso cui svolgere le attività, viene stipulato un contratto tra il Dirigente del Settore/Servizio e l’interessato che disciplina le modalità esecutive dell’attività utili per il monte quantificato.
- l’attività viene monitorata dagli educatori attraverso verifiche con il Servizio Comunale presso cui le attività vengono svolte e colloqui individuali con i writers.
- al termine del percorso attraverso un colloquio finale ad hoc, viene verificata l’effettiva avvenuta riparazione. Si redige successivamente un esito che viene inviato all'Avvocatura Comunale.
I servizi che hanno usufruito delle attività socialmente utili sono stati soprattutto servizi anziani, servizi disabili e servizi educativi che hanno impiegato i writers sia per lavori manuali quali pulizia, imbiancatura, abbellimento spazi, spostamento arredi che in affiancamento agli operatori nelle attività con l’utenza.
Da alcuni anni il SEA ha in corso il progetto "Focus Group sulle Attività di Utilità Sociale", incontri periodici di riflessione rivolti agli utenti in carico le cui misure penali comprendono lo svolgimento di attività riparative.
Il Focus Group ha come obbiettivo l’approfondimento e la problematizzazione dell’esperienza di riparazione svolta individualmente e costituisce un valore aggiunto al lavoro personale, non sovrapponendosi né sostituendosi.
Il confronto coi pari, favorito dalla composizione eterogenea del gruppo stesso (che prevede utenti ad inizio e a fine percorso di AUS) mira a favorire la presa di consapevolezza da parte dei partecipanti, la responsabilizzazione e l’acquisizione di capacità di esposizione e di comunicazione.
Nel tempo si è mostrata l’efficacia di questo strumento anche per quanto riguarda l'acquisizione di competenze espressive che possono risultare utili al momento dell'udienza processuale.
Il riscontro da parte dei partecipanti è sempre molto alto, il Focus Group viene vissuto come un ambito protetto dove esprimersi liberamente con persone che condividono la stessa esperienza.
Dal 2015 il SEA ha avviato una collaborazione con il Centro per la Giustizia Riparativa e la Mediazione del Comune di Milano – Assessorato all’Educazione, con cui viene cogestito l'incontro dedicato alle vittime del reato. Sempre con il Centro si è avviata la sperimentazione di proporre il Focus a quegli autori di reato per cui il rifiuto della vittima non ha reso possibile lo svolgimento degli incontri di Mediazione.
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Aggiornato il: 18/12/2020